Tratto da
Archeologi dell'Aria http://www.archeologidellaria.org
Scrive il Serg. Magg. Domenico Laiolo, fedele gregario di Adriano Visconti:
"Avvistammo gli incursori sulla zona di Venezia diretti verso la Valle Padana, i bombardieri volavano a 5000 metri scortati direttamente da P47, mentre i P38, molto piu' alti, operavano come caccia indiretta.
Visconti decise di impegnare i P47 per distoglierli dai B24 e permettere ai piloti della 2a Squadriglia di attaccarli.
Eravamo in vantaggio di quota, piombammo su di loro da oltre 7000 metri e questo ci consenti' di scegliere il bersaglio con oculata calma.
Forse si accorsero in ritardo del nostro attacco, per cui la formazione si scompaginò solo quando fummo loro addosso.
Le raffiche delle nostre mitraglie colpirono le fusoliere e le ali dei P47.
Da parte mia vidi le traccianti delle micidiali armi colpire in pieno il bersaglio prescelto e subito dal motore e dall'ala si sprigiono' un denso fumo.
Il caccia nemico si rovesciò picchiando, ormai le fiamme lo avvolgevano, era inutile seguirlo, la sua distruzione certa.
Richiamai il mio brillante Macchi, nella cabrata vidi l'aereo di Visconti e mi affiancai, anche lui aveva avuto successo, come altri piloti della nostra squadriglia.
Riguadagnammo quota e ci RITUFFAMMO sui P47, si scateno' un carosello indescrivibile.
Il secondo attacco fu' meno incisivo del primo, ciò dovuto alla loro reazione, comunque qualche danno lo procurammo ancora.
Il compito che il Comandante si era prefisso fu' largamente assolto...
...Purtroppo i Tenenti Bortolani e Boscutti e il S.Ten. Castellani non fecero ritorno".
Domenico Laiolo
Volando all'ala di Visconti.
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